Lo sfincione è un pilastro dello street food palermitano! Un impasto lievitato molto soffice condito con una salsa ricca e molto sfiziosa. Cipolle, pomodoro, acciughe caciocavallo e l’immancabile origano siciliano rendono questa una delle prelibatezze di cui noi palermitani andiamo molto fieri.
La ricetta tradizionale dello sfincione
Lo Sfincione nasce a Palermo, probabilmente in un convento di suore del centro storico. Il suo nome, che in dialetto è “sfinciuni”, deriva dal greco Spongos, in latino spongia, che vuol dire spugna. Lo sfincione ha infatti un impasto molto soffice, spugnoso quasi, che ricorda quello di un’altra specialità palermitana, la sfincia (che è un dolce).
È quindi importante che lo sfincione venga soffice, e questo si ottiene utilizzando una farina 0 (la ricetta originale prevede la farina 00 che io però non uso più) resa gustosa da una piccola aggiunta di semola. L’impasto dev’essere abbastanza idratato. La doppia lievitazione dell’impasto permetterà di ottenere un risultato perfetto, degno di un panificio palermitano!
Se si prepara l’impasto con la planetaria si può aumentare ancora di un po’ l’acqua arrivando fino a 370 g come ha fatto la mia amica Barbara del blog la panificatrice folle quando l’abbiamo preparato insieme in diretta Instagram.
Un impasto soffice con una salsa ricca
Lo Sfincione è quindi una sorta di pizza, alta e soffice con una salsa dal gusto molto deciso, capace di elettrizzare le nostre papille gustative! Ogni famiglia ha la sua tecnica perfetta, e le sue preferenze. Io ti do la ricetta di famiglia fatta e rifatta che è sempre un gran successo.
La videoricetta dello sfincione palermitano su youtube
Su youtube puoi anche vedere la videoricetta di questa delizia. Mi piace fare le videoricette delle mie ricette preferite perché attraverso il video si riesce più facilmente ad esprimere anche la semplicità dei passaggi.
Ed ecco cosa ti preparo per cena: la ricetta dello sfincione palermitano.
SFINCIONE
Ingredienti
- 400 g farina 0
- 100 g semola
- 10 g lievito fresco
- 10 g sale
- 15 g zucchero
- 15 g olio
- 350 g acqua
Per il condimento
- 600 g polpa pomodoro
- 2 cipolle
- 12 acciughe
- 150 g caciocavallo
- 30 g di Pangrattato mescolato con 15 g di caciocavallo grattugiato
- Olio evo
- Sale
- Un pizzico di zucchero
- Origano
La ricetta passo passo
- Sciogli il lievito e lo zucchero nell’acqua tiepida (inizia con 325 g di acqua e semmai aggiungine ancora).
- Mescola la farina 0 e la farina di semola in una ciotola e inizia a versa l’acqua, mescola con un cucchiaio, poi inizia ad impastare prendendo la pasta e portandola al centro schiacciando con i pugni.
- Incorpora l’olio e infine il sale, trasferisciti su un piano e impasta almeno 5 minuti. Puoi fare tutto in una planetaria.
- Metti l’impasto in una ciotola e ricopri con la pellicola, fai lievitare fino al raddoppio, ci vorranno 2/3 ore.
- Nel frattempo prepara la salsa trita le cipolle e mettile a cuocere con olio e mezzo bicchiere acqua. Quando l’acqua sarà evaporata fai soffriggere qualche minuto, poi aggiungi il pomodoro e condisci con sale, un pizzico di zucchero e pepe. Lascia cuocere 10/15 minuti coperto, poi spegni e lascia raffreddare.
- Olia una teglia 30x40 o due più piccole. Con le mani unte d’olio stendi l’impasto. Metti pezzetti di acciughe e quadratini di caciocavallo, poi ricopri con la salsa.
- Spolvera con il pangrattato mescolato al caciocavallo grattugiato, metti un giro d’olio e lascia lievitare così per un’ora.
- Accendi il forno a 220° statico e inforna 10/15 minuti sulla base del forno, poi altri 10/15 al centro (10 minuti se usi due teglie, 15 se metti tutto l’impasto in una teglia 30x40).
- Sforna, spolvera con origano abbondante e gusta caldo o freddo.
Una versione un po’ diversa è la pizza delle madonie
Che squistezza! Mia madre, vissuta a Palermo da bambina, ce lo preparava. Una domanda:hai scritto della doppia lievirazione. In quale passaggio avviene la seconda? In teglia prima di infornarla?
Grazie anticipatamente. Ti seguo con passione.
Sì esatto Marcella, prima di infornare bisogna far rilievitare la teglia già condita